Come echi

Eco è suono, è ripetizione, è variazione. È riverbero e rimbalzo.
Come echi, nel loro risuonare, riportano alla mente una simbolica foresta, riflessione di una realtà che si trasforma e ritorna a noi come riverbero di un racconto lontano e spesso confuso.
Se l’insieme delle forme circolari, ricordando la parte interna del fusto degli alberi, è un riferimento al sistema naturale, è pur vero che nell’allineamento di tali forme secondo uno schema geometrico è intuibile il richiamo ad altra realtà. L’allineamento sequenziale è infatti un metodo a cui l’uomo, e la macchina, fanno ricorso per controllare e manipolare la Natura stessa, dando così alla “foresta simbolica” il riverbero di una realtà codificata.

 

L’opera fa riferimento alla lirica Corrispondenze del poeta Charles Baudelaire che nel tentativo di definire il senso di illusoria realtà, paragona la Natura e la sua grandezza a dei “pilastri viventi” e il senso di povertà della vita a delle “confuse parole”.

 
La Nature est un temple où de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles;
L’homme y passe à travers des forêts de symboles
Qui l’observent avec des regards familiars.
Comme de long échos qui de loin se confondent
Dans une ténébreuse et profonde unité,
Vaste comme la nuit et comme la clarté,
Les pafums, les couleurs et les sons se répondent.
Il est des parfums frais comme des chairs d’enfants,
Doux comme del hautbois, verts comme les prairies,
– Et d’autres, corrompus, riches et triomphants,
Ayant l’expansion des choses infinies,
Comme l’ambre, le musc, le benjoin et l’encens,
Qui chantent les transports de l’esprit et des sens.
(Correspondences, Les fleurs du mal, C.Baudelaire, 1857).
 
 

 

 

 

 

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